lunedì 13 febbraio 2012

Brunel nel mirino, di già?

Francamente credevo che la "luna di miele" degli opinionisti con Jacques Brunel durasse più a lungo. Almeno una stagione di apertura di credito in nome della fama, come nel caso del suo predecessore. 
Invece no, la pazienza sta a zero. Eh, che ci vuoi fà, del resto le aspettative per questa gara dell'Olimpico erano alte.
E dopo la delusione da aspettative tradite, ora si leggono molte critiche sui forum, molto si parla di "errori" dei giocatori e di chi li ha schierati; ci dicono poi che in tribuna stampa all'Olimpico, gli "opinionisti" fossero a fine partita equamente divisi tra difensori e accusatori del coach, "che avrebbe sbagliato tutto" (ci spiace riportare di seconda mano ma frequentiamo raramente l'ambiente, soffriamo di eccessiva sensibilità cutanea).
Se fosse così, e non abbiamo dubbi lo sia, sarebbe già un 50% di defezioni rispetto al tripudio dei recenti tempi "liberaci da ogni Malle...tt". E son passate solo due settimane, figuriamoci cosa succederà post Millennium e Aviva Stadium. O dopo una sconfitta oggi come oggi assolutamente preventivabile con la feroce Scozia vista ieri, sia mai!

Noi non passiamo certo per difensori di Brunel - al contrario, qualcuno ci ha apertamente accusato di esser dei "nostalgici", tant'è.  Abbiamo accolto il tecnico della Guascogna con un a nostro avviso sano e del tutto aperto, curioso scetticismo; nella realtà il nostro avviso sin da tempi non sospetti di "mantenere le cinture allacciate" nasceva non certo da pregiudizi sul tecnico guascone, quanto piuttosto dal "conoscere i nostri polli" locali, i loro repentini cambi di umore - e non ci stiamo riferendo ai giocatori.
L'unica cosa che sovente distingue molti dei suddetti "polli" dalle piazze Tahrir del Sud Mediterraneo è la fortunata scarsità nostrana di armi: altrimenti celebrerebbero le loro gioie scaricando colpi in aria dalle auto, salvo poi attapirarsi cupissimi al primo cenno di "tradimento della primavera araba" e riprendere a sparacchiare ad alzo zero, 'ndo cojo cojo. Sempre sotto copertura di iPhone, ovviamente.

Le cinture noi le abbiamo sempre tenute allacciate, quindi possiamo  dare un contributo per (ri-)portare il dibattito in un alveo di razionalità, oltre i tifi e le aspettative "marketing" tradite. Superando anche le castronerie tecniche che vengono sparate ad alzo zero. Non vogliamo convincere illustri opinionisti - delle cui opinioni poco sappiamo e c'interessa - quanto porre basi serie per stimolare le idee al riguardo dei nostri due o tre lettori.

a) La questione Botes - "La partita l'ha persa il mediano di Treviso con quei due calci orrendamente sbagliati".
Troppo facile, troppo stupido: non stiamo nemmeno a sottolineare la differenza di atteggiamento degli scozzesi, in campo e fuori,  che reagiscono alle decisioni avverse dell'arbitro e agli errori dei compagni (nell' handling, nella disciplina) arrabbiati ma guardando avanti, "vivendo il presente" come direbbe Cesar Millan. E così facendo rischiano non dico di riaprire una partita ampiamente persa ma di lasciare una ottima o terrificante impressione, a seconda di dove si abiti.
Fingiamo pure di seguire la para-logica di quelli che "Botes ha perso la partita": se pure li avesse messi dentro ambedue i calci, c'è qualcuno  che creda veramente che gli inglesi avrebbero subito senza reagire a due punticini da recuperare, con quel piazzatore di Farrell e quel pack genera-falli, accelerato dagli ingressi di Dickson e Morgan? Come si fa a non vedere che quella a chi ne piazza uno in più era la gara ideale sognata e pianificata dai Bianchi della Rosa?
Prima di tutto, il primo calcio di Botes era oggettivamente difficile - l'Olimpico è 5 metri più lungo di un campo normale; quanto al secondo, quello sbagliato scandalosamente, perché mai piazzarlo? Aldilà della confidence e della posizione più facile, secondo il manuale del rugby, se hai quattro punti da recuperare e restano cinque minuti di partita, dovresti calciare in touch. Lasciamo quindi stare il buon Tobias: il problema, come già abbiamo evidenziato nelle nostre analisi, è ben altro, atavico, si chiama lucidità degli Azzurri nei minuti finali, è la incapacità di reagire e recuperare, incistata in questa generazione Azzurra.

Tutto ciò premesso per scagionare il singolo giocatore da responsabilità assurde (poi è chiaro, se li metteva era meglio), veniamo al coach e alle sue scelte. Si critica la scelta di un mediano di ruolo per un posto di apertura di rincalzo; dismessa per palese esercizio di senno di poi che fosse stato meglio tenere in campo Kris Burton (non certo esente da errori nel gioco tattico, anche nel minuto prima di uscire), l'unica giustificazione un po' povera è che non ci sarebbero alternative dato l'infortunio di Orquera.
Innanzitutto Burton lo cambi non perchè "sbaglia" - solo chi non fa non sbaglia (verità assoluta, che Mallett applicava persino in campo) - ma per apportare  alternative al gioco secondo il momento della gara. Forse si capisce meglio pensando a O'Gara, che entra al posto di Sexton non per far meglio ma per far altro.
Si ma Botes di mestiere fa il mediano di mischia ... Beh, una delle finaliste del Mondiale, non del Trofeo del Presidente, ha giocato con Morgan Parra, un mediano, all'apertura. Non è stata una improvvisata, lo stesso Yachvili ha giocato indifferentemente nelle due posizioni, in nazionale e nel suo club. E il nostro coach francese è. Più recentemente  - ieri -  Greig Laidlaw flyhalf scozzese autore di tutti i punti dei suoi, ha segnato meta da mediano di mischia. Succede persino in Italia dove Tito Tebaldi, mediano, occupa occasionalmente la posizione di apertura. Vien da pensare che gli opinionisti d'Italia, capendone mediamente pochino di gioco, ascoltino troppo il buon Dominguez, uno che sa di cosa parla ma che ha scelto forse inconsciamente di fare il "sindacalista delle aperture".
Aldilà della "sindrome francese" - che solo francese non è - che considera i fondamentali dei due ruoli "di cerniera" molto simili e intercambiabili, è evidente il tentativo di Brunel di iniziare ad allevare la sua potenziale apertura del futuro col miglior materiale attualmente a disposizione: Tobias Botes ha l'età, piazza potenzialmente in modo affidabile, ha visione e velocità, placca ... perché no? Questa visione in prospettiva tra l'altro spiega come mai Botes entri al posto di Burton (31 anni) e non di Gori (21).

b) Gli errori Azzurri - "Contro una Inghilterra ombra di se stessa, l'Italia ha regalato la partita coi suoi errori".
Il tema non ricadrebbe direttamente alla responsabilità del coach ma di chi è sceso in campo; però l'allenatore c'entra, come vedremo.
Esiste una partita di rugby senza errori? Francamente non ne ricordo una.
E' serio chiedere agli Azzurri la partita senza errori? La risposta onesta è NO.
Un conto è pretendere di tagliare il 14% di errori di placcaggio di Parigi e farli scendere al 4%, e Brunel c'è riuscito nello spazio di una settimana (vedi che l'allenatore c'entra?); pretendere invece la gara senza errori è come quelli che credono nell'evasione fiscale portata a zero: è possibile, ma solo dove l'economia è a zero tipo Zimbabwe; in Svizzera e negli Usa dove sono molto attenti è considerato fisiologico un 5% di evasione (per inciso e al contrario di quel che vien dato da bere alle masse, nel Nord Italia è molto vicina a quel livello lì).

Quanto all'Inghilterra "messa male", beh non è certo quella del 2003 ma per intanto stiamo ai fatti: ha vinto due partite fuori casa su due disputate. Giocate in modo simile, vittorie ottenute eseguendo un game plan adatto a quel che sono e agli avversari. Finiamola di cercare scuse per sentirci ancora peggio: Charlie Hodgson non passava di là per caso, non più di quanto non ci passasse Benvenuti con la sua bella meta. I falli della nostra mischia? Articoli spiegano come Corbisiero abbia adattato il suo comportamento a quello di Castrogiovanni, inducendolo spesso all'errore (tutti quegli stappamenti quando pareva l'avesse nel mirino). Gli errori dell'arbitro Garcés? Siamo onesti, la cappella più grossa che gli si può imputare è aver fischiato senza concedere il vantaggio agli inglesi nel primo tempo, quando Corbisiero avrebbe segnato la meta che girava la partita.

Torniamo a noi: la boutade della "partita regalata a un avversario scarso", attecchisce bene ma solo tra chi confonda il rugby con un altro giuoco, dove "l'episodio" cambia tutto e serve solo a  corroborare mentalità perdenti che generano aspettative farlocche seguite da delusioni, polemiche etc.etc.
Gli errori ci stanno, in tutti gli sport, a tutti i livelli e nelle migliori squadre; il punto non sta nell'azzerarli ma nel riuscire a "ricoprirli". Dal punto di vista tecnico-tattico e ancor di più sotto il profilo mentale.
Sotto il profilo tecnico, confrontiamo ad esempio le mete prese dall'Italia allo Stade de France con quelle NON prese dall'Inghilterra al Murrayfield: non sono mancati i buchi difensivi agli inglesi, è mancata la competenza nello scramble difensivo dei nostri. Ecco che l'allenatore entra in gioco.
L'aspetto mentale: a chiunque può capitare l'infortunio "alla Masi" (o come qualcuno preferisce, "alla Bortolami": l'è l'istess, chi gioca sa che in campo si sta in XV o meglio in XXII e le responsabilità si condividono). Càpita a tutti, vedi Parks; la differenza sta nella capacità di lasciarselo alle spalle, again di "vivere il presente" senza lasciar la testa persa indietro a rimuginare. Esemplare la già ricordata Scozia ieri al proposito.
Questo è un altro punto dove l'allenatore c'entra, e Brunel pare molto adatto:  lavorare sulla mentalità, sulla serenità, sulle risorse interne dei ragazzi; senza pretendere che lui o chiunque altro in un paio di settimane siano in grado di rimediare a decenni di approcci mentali perdenti.
Lasciatelo lavorare, ha fatto già vedere un paio di cosucce interessanti per il tempo che ha avuto. Noi lo faremo, mantenendo comunque le cinture ben allacciate. Sia chiaro: più che difendere Brunel che non ne ha certo bisogno. critichiamo questo livello di critiche - le scelte individuali col senno di poi, gli "errori che regalano la partita": son tutto tranne che costruttive.

22 commenti:

ringo ha detto...

Sospinto dalla noia di certi commenti che puntualmente si fanno vivi, avevo evitato accuratamente di leggerli. Se posso, farei notare la mancanza di sportività in certe parole (esatto, quella che innalzano per meglio vendere il prodotto rugby). In campo si va per giocare, non per cogliere le margherite e se Corbisiero si mette a fare il furbo con Castro non è mica un peccato mortale.
Il punto sta a monte, evidentemente: ci si era convinti che Mallett sia stato il peggiore ct in circolazione e che Brunel avrebbe risolto tutti i guai soltanto lisciandosi i baffi. Porca misera, poi stai a vedere che sono gli stessi che hanno allargato gli occhi a sentirlo dire che in un paio d'anni l'Itali, là, al primo posto in classifica alla fine del torneo... E sono passate solo due partite: due (contro Francia e Inghilterra, ndr).
Scommettiamo che prima del match contro la Scozia diranno "ah, ma questa si vince sicuro"? Personalmente, io così certo non lo sono - ma non farei mai la faccia di tolla con Brunel se dovessi vederlo in conferenza stampa e domandare cascando dal pero "cosa non ha girato oggi?".
Da parte nostra, continuiamo a mantenere allacciate le cinture.

Abr ha detto...

Andrà a finire come il primo anno di Malett: vittoria sulla Scozia in casa per un drop. Se andrà bene. Back to the future.
Del resto, a disfare ogni volta che costruisci qualcosa a mo' di Penelope, questo è il minimo.

Anonimo ha detto...

Cari ragazzi(de na olta detto in veronese)avete una grande difetto siete troppo indulgenti nell'ascoltare le critiche dei "grandi intenditori" e nel commentarle fate ancora una volta il gioco al massacro gratuito del rugby italiano era 6Nazioni. Sapete benissimo, non fate i finti ingenui, che nel rugby italiano pochissimi sono coloro che scrivono capendo il gioco e il suo intorno. Molti sono arrivati con l'ultimo treno e ancor prima di scendere già sono pronti al lamento ignorante. Non voglio entrare nella stupida discussione Brunel crocifisso dopo due partite. E' figlia di una mentalità sportiva difficilissima da debellare e che, hai noi, volendo avere il rugby come sport "di massa" paghiamo cara per la scarsa tradizione di critici e scrittori di palla ovale. Il prodotto rugby va venduto e pertanto dobbiamo sottostare al gioco che ogni CT deve dare subito risultati altrimenti staremo ancora ad aspettare per anni il titolone "Battuta finalmente l'Inghilterra" che vale, nella comunicazione odierna un solido, noi l'avevamo detto (anche se non ne capiamo niente e siamo qui apprendisti stregoni dello scrivere ovale). Avete scritto un ponderoso e ottimamente articolato commento alla partita. Lasciate stare il resto sono parole spese al vento, almeno allo stato attuale della situazione Brunel e Nazionale Italiana. Il festival delle illusioni si apre ad ogni 6 Nazioni e se condotto da un nuovo CT il prodotto è ancora più ambito per sproloquiare. Continuate così come avete fatto in questi anni di presenza intelligente nel mondo piccolo del rugby Italiano. Riparliamone quando avremo dei dati, fra un anno. Buona giornata.

Abr ha detto...

Cari rugbyverona, ti do' ragione quando dici che camminiamo sull'orlo del baratro delle chiacchierare su chiacchiere.
Lo accenna già il Socio nelle sua saggezza; per quanot mi riguarda invece affermo, ogni tanto quanno ce vo' ce vo'.
Mica possiamo far sempre finta di vivere sulla turris eburnea. Anche gli angeli mangiano fagioli (ogni tanto).

Per quanto riguarda invece i "finti ingenui", eh no: puntiamo diritto il dito sui solo chiacchiere e distintivo, identificando proprio quel giochino che voi/tu indicate, e chiamandocene fuori dopo aver detto pane al pane. Sul piano dei contenuti e non delle chiacchiere. Siamo di sentinella, l'allarme lo dobbiamo suonare.

Se saremo riusciti a strappare un solo appassionato dal gorgo delle polemiche sugli "errori che ci han fatto regalare la partita" e quindi di converso sulle critiche ai giocatori e al Ct, saremo felici, sarà missione compiuta.
Delle grandi penne (o tastiere) che non saprebbero distinguere un ovale Union da uno League, Nfl o Afl nemmeno strofinandoglielo nel sedere, non ce ne può fregà de meno.

E continuate a leggerci senza timore, che noi i giochini al massacro li additiamo al pubblico ludibrio, non ci facciamo risucchiare. Giriamo al largo, ma zitti non stiamo.

Anonimo ha detto...

Ben detto ABR! Concordo, meglio ancora continuate nell'opera d'informazione reale sul rugby e italiano in particolare. Ne ha bisogno, soprattutto in questi momenti di cambiamento.

ale ha detto...

paradossalmente la Fir ha cresciuto più i "tifosi" dei giocatori...

Abr ha detto...

La Fir con la sua politica di espansione quantitativa, sul territorio (peraltro clamorosamente fallita: ha solo provocato sradicamento) e nelle masse (fallita col modello Accademie federali, che asfissia i vivai locali), ha porvocato due effetti interdipendenti: l'aumento dei tifosi inece che dei giocatori, e la nascita degli "esperti" che non sanno 'na miiii ....

Una volta di rugby parlava solo chi aveva giocato, ed era un po' troppo poco; ora parla chiunque, ed è francamente troppo.

Se poi aggiungi che in Italia il rugby è stato (parlo per esperienza personale) uno sport molto "ignorante" e isolato, in cui non si analizzava e non si studiava ma ti dicevano "fai questo, fai quello" e basta, allora comprendi come mai ti ritrovi anche fior di ex giocatori che non capiscono una mazza su cosa stia succedendo in campo. Alcuni purtroppo sono in Tv ... altri in Fir ....

Nick ha detto...

L'unica opinione che abbia sentito sulla partita, a parte la vostra (e quella che mi son fatto io) è quella di Malfatto sul Gazzettino di oggi. In sintesi, l'autore sostiene che sostituire Burton per Botes (piuttosto che inserirlo al posto di Gori) sia stato un errore in virtù delle garanzie offerte dall'accoppiata Burton-Botes in termini di gestione tattica. Ecco, messo in questi termini (lasciando da parte la fiducia data pur con qualche riserva a Burton come piazzatore più "caldo" di Botes) devo dire che l'argomento merita qualche riflessione, soprattutto per le domande, già emerse se non sbaglio, che porta con sè. Domande che riguardano l'opportunità o meno di convocare Gori in um momento che sarebbe d'oro per ritagliarsi spazio alla Benetton (ma allora chi portiamo come terzo mediano? Forse Tebaldi, ma...). But then again, chi mettiamo a 10 se Burton si rompe, dato che tempo di far crescere qualcuno dei nostri senza spararlo from hero to zero (compito DEI CLUB, se la FIR li lasciasse lavorare) non ce n'è? Coperta corta, amici. Alla fine siam sempre lì, tutto il resto è consequenziale.

ale ha detto...

giusto una nota di colore: penso che uno degli aggettivi più usati per un giocatore è "bello ignorante" (senza offesa e presunzione sia ben chiaro...)

Nick ha detto...

Per essere più chiaro: anche secondo me non è che uno cambia Burton "perchè sbaglia" e non esiste che uno "fa UN ruolo o ne copre UN ALTRO" (questo sì provincialotto, come non-ragionamento). Tuttavia a quel punto della partita, con quel punteggio, avrei visto meglio Burton-Botes per la discreta complementarietà nelle opzioni tattiche - non per chi alla fine avrebbe piazzato - che hanno faticosamente sviluppato in Benetton.

ringo ha detto...

Bel dibattito e non per vezzo personale: aiuta a far chiarezza e dà spazio ai cosiddetti sostenitori e non ai tifosi (concetto che più volte abbiamo provveduto a differenziare da queste parti).

Abr ha detto...

@NicK: Burton ha 31 anni, è chiaramente una copertura temporanea. Brunel deve ragionare non sull'oggi ma da qui a 3 anni. Botes era (è) un elemento potenziale dei suo piano. L'Italia "pullula" di mediani, manca l'apertura. Ergo ...

Burton-Botes sarebbe "tattico", risolve il momento, non è strategico. Questa è la giustificazione che mi sono dato delle scelte di Brunel. Che tento di interpretare, non giudicare. Almeno a questo stadio.

Quanto alle necessità della Benetton su Gori, credo sia la Benetton stessa a dire, prima viene la Nazionale. Anche per il orale del ragazzo, che impara ogni volta che gioca. Tra l'altro, se Brunel confermasse mai di voler trasformare Botes in apertura (non prima di giugno), è chiaro ne parlerebbe a lungo con i quadri Benetton, servirebbe la loro collaborazione. Tanto per cominciare, tornare a dargli al responsabilità deipiazzati, toltagli a favore di Burton non da tantissimo.

Abr ha detto...

@ale: "ignorante" in accezione toscana significa non idiota ma grezzo, tosto, vigoroso. Da cui "bello 'gnorante", come dire "bello solido".

brugo3 ha detto...

E ' strano che si parli di Botes ma dopo aver visto il campo in che condizioni era e sapendo che avevi di fronte l?inghilterra sapendo che sarebbe stata una partita "fiisca " come mai i talia scenda sul campo con solo 3 piloni di cui 1 a maggio fa 36 anni ed 1 che gioca in Inghilterra x cui ben conosciuto e studiato dai piloni inglesi .E' vero che italia scende in campo con 3 piloni da tempo e sono quasi sempre gli stessi ma anche x chi non giocato a rugby come me sembra strana la cosa.Sul settimanale di rugby La Meta nel n3 del 24 gennaio in 3 pagina il titolo dell'articolo era "E se Castrogiovanni finisse in panchina ? " nel pezzo si indicava e suggeriva che il pack del Benetton in chiave nazionale non sarebbe stato male data esperienza automatismi e spirito di corpo dei giocatori ma soprattutto x i tanti palloni di qualità x i mediani ed i trequarti . Tutto questo giro di parole x dire dopo aver visto le partite della nazionale mi sembra che Brunel sta entrando in questa ottica usare il pack benetton con i suoi mediani senza scontrarsi con le gerarchie dei giocatori in nazionale - che cmq ci sono e infortunio di castrogiovanni puo essere uno stimolo x chi dovra sostituirlo - e forse si vedranno facce nuove in prima linea con voglia di restarci con "Fame" di giocare in nazionale. Se Irlanda usa il pack del Munster sabato si gioca Monigo Bentton -Munster e sabato 25 Irlanda - Italia all'Aviva Stadium sarà interessante vedere come Smith e Brunel metteranno in campo probabili gli stessi giocatori forse come sperano Ringo ed Abr cominceranno ad esserci in campo giocatori di altra "generazione "

Nick ha detto...

Certo Abr, capisco perfettamente ciò che intendi. Come dici tu, Burton-Botes non è strategico. Sottoscrivo in pieno. Ma permettimi un pò di pedanteria: il giorno che, Deo gratias, rischi di vincere con pieno merito la prima partita di sempre contro l'Inghilterra, forse è il momento di volerli "pochi, maledetti e subito". Per vedere cosa può dare Botes all'apertura ci sarà tempo: di partite straperse dove provarlo ne avremo a iosa. Intendiamoci (ma penso sia chiaro): non dico che la partita l'ha persa Brunel, eh? Però che abbia prestato il fianco a qualche critica fondata - non necaessariamente corretta, ma ascoltabile - quello secondo me sì.

reda ha detto...

Burgo, nel 6N si portano 7 riseve, non 8 come in pro12, ed è molto difficile che vengano portati 2 piloni. lo cicero sta giocando molto e bene anche con il club quindi la sua scelta non mi sorprende. certo, pretendere che si faccia 80 minuti è un po' troppo...

Carletto ha detto...

Io sono un fan di Nieto. Mi dispiace che non sia stato scelto lui come sostituto di Castro.

ringo ha detto...

E sosia di Nicolas Mas.

Abr ha detto...

Partendo dal fondo, anche a me Nieto è sempre piaciuto: non esalterà ma fa sempre il suo. Comprendo però che per età non sia adatto a far parte di un progetto proiettato al 2015.

Il pack della Benetton come scelta strategica: Cittadini ha giocato per un tempo e mezzo, entrando dal suo lato e non a sinistra al posto di LoCicero) e guarda caso è entrato diretto nei miglior XV di PlanetRugby con Parisse. Sono convinto che nella prossima partita vedremo finalmente Rizzo in panca, per subentrare a LoCicero.
Sui due titolari, Castro e LoCicero: i piloni son i più longevi, 'sti due so' un pezzo di storia e un monte di competenze ma ... ce lo sta chiedendo l'Europa ooops, scusate, che lo stan dicendo gli arbitri da mo': sono due che tirano troppo la corda, han troppo il gusto di vincere "da soli".

E poi su Castro s'appuntano i riflettori mediatici più potenti, quelli inglesi, perché nle club fa ombra e toglie spazi al nazionale Cole e perché a Leicester lo adorano (ergo altrove sta sulle palle).

LoCicero: massimo rispetto ma sorry, mi è sempre parso sopravalutato: un cavallo di ritorno in mancanza di meglio in tempi di declino Peruginiano.
Lo riconosco valido nel gioco dinamico ma è prono a cappellate da fiato corto proprio perché è uno che si spende molto e si controlla poco, anche emotivamente. Sono molto ansioso di veder Rizzo crescere.

Abr ha detto...

@Nick: Botes al posto di Burton o a fianco di Burton: è il dilemma tattico/strategico.
L'Umanità intera non è capace di uscirne dai tempi di Agamennone e Achille.

E' andata male stavolta, nel senso che abbiamo perso per un sacco di motivi, tra cui gli errori che han coinvolto e/o han visto protagonista il Botes.
Ma bada bene, ciò non implica abbia ragione chi sostiene B-B dentro assieme (sei in buona compagnia: Munari stesso in telecronaca): semplicemente, non esiste la controprova.

Se sei l'allenatore della nazionale e hai visto Botes far l'apertura nel finale a Parigi, credimi, non hai dubbi. Di più: nel momento in cui decidi che è il caso di cambiare TUTTI E DUE gli elementi della "cerniera" come chiamano la mediana in Francia, non hai manco scelta.

Brunel ha preso la sua decisione, razionale. E' pagato per farlo.

Andrea B. ha detto...

Articolo ineccepibile ... anche dal punto di vista del commento su fisco ed evasione :-)

Abr ha detto...

Tnxs Andrea :)

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