domenica 4 marzo 2012

Parigi (non) val bene un pari

Six Nations - Stade de France
France 17 - 17 Ireland

Stavolta c'era solo un po' di pioggia a fare compagnia a Francia e Irlanda, nel recupero della seconda giornata del 6 Nations finito in parità: 17-17, con gli ospiti che guidano nel primo tempo e i padroni di casa che nella ripresa infilano un parziale di 11-0 che serve ad evitare la sconfitta, ma che rende comunque più felice il Galles, primo in classifica generale con 6 punti, mentre gli uomini di coach Philipe Saint-André seguono a quota 5: si va verso lo scontro diretto di Cardiff di qui a un paio di settimane, con les Bleus che nel frattempo dovranno vedersela domenica prossima con l'Inghilterra, mentre i Dragoni attenderanno in casa la più potabile Italia. 

La cronaca
Primo metà di gara irlandese, si diceva. Soprattutto prima metà di partita nella quale si fa largo l'ala Tommy Bowe che marca visita, cioè doppietta, ad una Francia lenta, sorniona, ingolfata e va da sé che la prima meta ospite è figlia degli ingranaggi poco oliati della compagine: quando dopo 12 minuti Bowe intercetta il passaggio tra Aurelien Rougerie e l'estremo Clement Pointrenaud la sorpresa dev'essere quasi tutta del trequarti irlandese, lesto comunque a salire dai blocchi di partenza come fa il resto della squadra allenata da Declan Kidney. Strategia che porta i suoi frutti, la manovra francese non ha il tempo di respirare, la battaglia nei break down rallenta l'innesco di Morgan Parra e anche Jonathan Sexton si diverte a placcare l'uomo all'altezza delle spalle, ormai il marchio di fabbrica con impresso il trifoglio, puntando dritto gente come Imanol Harinordoquy. E tra una pausa e l'altra capitan Thierry Dusautoir è chiamato a rapporto a bordo campo per dare nuovi indicazioni alla truppa. 
Sexton potrebbe aprire per primo le marcature, ma sbaglia da buona posizione e non trova la via dei pali. I calci di Francois Thrin-Duc sono destinati a non andare in touch, permettendo a Rob Kearney di scaldarsi subito nell'andare alla conquista del possesso nella contesa in aria dell'ovale. I primi dieci minuti di match sono decisamente d'inerzia irlandese e si concludono nel migliore dei modi con la prima meta di Bowe che Sexton converte per il 7-0 al 12'.

E' sempre lui a infilarsi nella linea di passaggio di Parra per Thrin-Duc dopo una rimessa su lancio francese a metà campo: allunga la mano, ma non riesce a controllare e si dispera, perché altrimenti un'altra scampagnata non gliela avrebbe negata nessuno. I trequarti di casa non si mettono in moto, ci deve pensare Thrin-Duc a riciclare per Harinordoquy all'altezza dei 22 per dare un po' di verve ai suoi. Però può bastare un attimo per prendere confidenza: quando si sta per entrare nel secondo quarto, il pack dei galletti rialza la cresta e consente a Parra di puntare la via dei pali. Alla mezz'ora il risultato dice 6-10 e se anche occasioni di andare fino in fondo i francesi non ne hanno avute, riescono a rimettere il treno sui binari, finché la palla non torna nelle mani di Bowe.

E' il 37' quando i cacciatori irlandesi vanno a riprendersi l'ovale in una ruck nella loro metà campo: si cambia lato di fronte e soprattutto si cambia lato del terreno di gioco, l'ala degli Ospreys ha nuovamente il vassoio e stavolta si serve di un calcetto sul quale Pointrenaud si trova tagliato fuori, il tempo di girarsi che Bowe già è in vantaggio, recupera il rimbalzo e va a fare festa. Sexton converte per il 17-6 con il quale si va negli spogliatoi. 

Secondo tempo
La ripresa si presenta nel migliore dei modi, perché è chiaro che la Francia non può perdere e che deve inventarsi qualcosa per ribaltare la situazione: decisamente Rougerie e Pointrenaud non hanno trovato il feeling giusto nel pomeriggio parigino, se anche una volta che la macchina offensiva si è scaldata il passaggio del primo per il secondo non rispetta il timing e si perde via. In compenso Parra accorcia al 47' dalla piazzola (9-17). 
Da parte sua l'Irlanda è chiamata a difendere (131 placcaggi contati alla fine dell'incontro), in mischia ordinata non riesce a prendere tutte le misure del caso, in rimessa laterale non è precisa come dovrebbe, mentre quella francese funziona a dovere. Si assopisce, insomma: o se serve un paragone, si comporta come contro l'Italia nel primo tempo di Dublino. E al 50' prima Andrew Trimble si lascia sfuggire Pointrenaud che suona la carica, poi si fa trovare scoperta quando l'ovale si arena sull'erba, i più lesti sono i francesi a conservarlo e soprattutto il più veloce è il centro Wesley Fonfana che si invola verso l'area di meta, con Kearney che lo rincorre, lo placca, ma lo slancio dell'avversario profuma ormai di punti sicuri. L'arbitro inglese David Pearson chiede il TMO (non si capisce bene il perché), Parra non trova la conversione, ma ora solo tre punti dividono le due.

Il mediano Conor Murray è costretto a lasciare il campo per un brutta botta al ginocchio, al suo posto entra Eoin Reddan per una mediana tutta Leinster a questo punto. Al 57' l'indisciplina costa cara agli ospiti, perché Parra ha l'occasione di pareggiare e non sbaglia: è 17-17 quando si entra nell'ultimo quarto. L'Irlanda prova allora a destarsi, ha anche una preziosa rimessa nei 22 avversari dopo un altro squillo di Kearney, ma se in tutto perde tre touch dal proprio lancio, questo è uno dei casi in questione. Sanit-André risponde con un cambio tattico, infilando Lionel Beauxis per Pointrenaud. E alla nuova apertura viene chiesto di trovare i tre punti che servono per passare in vantaggio, visto che la trincea nemica non si riesce a sfondare fino alla fine. 
Due drop, quando si entra negli ultimi dieci minuti: al 74' (corto e basso) e al 77', stoppato da Stephen Ferris. Il suo socio in terza linea Jamie Heaslip a due dalla fine indossa i soliti panni da fetcher in ruck e arriva il fischio per un tenuto a terra francese: Ronan O'Gara, entrato al 71' per Gordon D'Arcy, porta i suoi a centrocampo per la rimessa. Il lancio viene controllato, ma l'ovale è comunque perso in avanti nella fase appena seguente. Si va a fare l'ultimo giro in mischia, con l'80' che ha già bussato alla porta. La prima linea francese guidata da Wiliam Servat regge all'urto quel tanto che basta ad Harinordoquy per raccogliere partire, si va quindi al largo e Julien Malzieu trova lungo la linea laterale lo spazio per penetrare, ma viene viene contrastato e portato fuori che è ormai nei 22. E arriva il fischio finale. 

Due turni alla fine e il calendario riserva alla Francia un tour de force: saltata la pausa, adesso dovrà sbrigarsela con la truppa del sergente maggiore Stuart Lancaster sempre allo Stade de France, ma gli inglesi hanno già dimostrato di sapersela cavare nella tana del nemico. Poi il gran finale contro i gallesi a Cardiff (sempre che per l'appunto qualcuno non faccia lo sgambetto).

Classifica dopo tre turni:

  1. Galles 6 pts.
  2. Francia 5
  3. Inghilterra 4
  4. Irlanda 3
  5. Scozia 0
  6. Italia 0
Tutti scontenti, Gallesi a parte
(la versione di Abr)


Mai dar troppo credito ai tabellini: nel primo tempo, terminato con undici punti di scarto, è la Francia a provare a giocare. Lo fa un po' imballata come sottolinea il Socio (dopotutto i "cantieri" mica son solo nostri) e cadendo nelle trappole irlandesi: i choke tackle a tener alto il portatore di palla e guadagnare il turnover (ma Dusatoir un paio glie li restituirà),  quel modo così aggressivamente borderline di distruggere le maul avanzanti già messo in mostra contro l'Italia, più la solita, frenetica "arte" del rallentare l'uscita dell'ovale dai punti di incontro, sovente sanzionata ma sovente anche no. La trappola irlandese così  efficace da essere la loro miglior arma offensiva, rimane comunque quella magnifica difesa rovesciata al largo, con le ali libere di fiondarsi all'intercetto (Tommy Bowe ne prova due e uno gli riesce alla perfezione) in quanto protette dietro dallo scalare dell'apertura Sexton e dal salire dell'estremo Kearney.
I francesi poi ci aggiungono del loro, risultando "sprecisi" non solo nelle scelte tattiche (giornata poco felice di Trinh Duc) ma anche al piede, nel tempo piovoso. Conclusione, nel primo tempo non solo si beccano due mete da rovesciamento di fronte (un classico intercetto e una azione sorta da palla recuperata a metà campo, con salto della linea difensiva  francese mal disposta al largo e in profondità) ma neppure riescono a capitalizzare tutte le opportunità offerte dalle indiscipline dei Trifogli viste dall'arbitro Pearson.

Nel secondo tempo, quello del recupero francese, l'Irlanda  non marca più un punto ma non è che abbia giocato per difendere il risultato, anzi: per larghi tratti preme i Galletti nella loro area dei 22 metri. Tant'è che la meta arriva da una palla di recupero partita dal profondo campo francese, generata da una delle poche iniziative concesse all'imprevedibile genio e sregolatezza di Poitrenaud, così diverso ma così simile nei risultati all'estremo contrapposto Kearney, il migliore di tutti sulle palle alte.
Il secondo tempo visto con occhi Azzurri mostra una sorta di contrappasso, un "tutto è relativo": se l'Italia è andata sotto a ogni accelerazione Irish, questi soffrono terribilmente quelle dei franchi. Si vede ad esempio nella battaglia tra le terze linee  forse migliori al Mondo, dove quella "monodimensionale" dei demolitori irlandesi  alla fine soffre  quella più "variegata" francese: il dinamismo di Bonnaire, la potenza di Harinordoquy e la classe implacabile di Dusatoir (a quando risalirà l'ultimo placcaggio sbagliato di questo qui? Mah ...).  Eppure gli irlandesi reggono, anche nelle scricchiolanti fasi statiche, senza chiudersi in difesa se non nel finale.
A tal proposito poi, la cosa più notevole messa in mostra stavolta dalla squadra di Declan Kidney è la compostezza encomiabile degli ultimi minuti. Quella cosa che gli era costata la partita col Galles. I francesi dall'ora di gioco in poi e sistematicamente negli ultimi dieci minuti  pressano per vincere, cercando di guadagnar punizioni con l'attrito degli avanti; se come al solito Kidney nel finale manda in campo O'Gara per niente (tenendo peraltro Sexton), i Galletti inseriscono Lionel Beauxis per il drop; ma vuoi il tempo pesante, vuoi l'attenzione difensiva irlandese sempre desta, senza flessioni e soprattutto senza falli, ne escono solo una flappa e una murata. La lezione appresa a carissimo prezzo col Galles è stata ben memorizzata dagli Irish, peccato per loro basti solo per il pareggio.

Alla fine, una indicazione numerica corretta della gara la offre più che la distribuzione temporale dei punti, il loro split: l'Irlanda marca due mete contro una dei francesi, ma concede il triplo delle punizioni (12 contro 4). Peccato per i Bleus non esser riusciti a centrarne una in più.

Le dichiarazioni alla fine sono dispiaciute da ambo i fronti: "We didn’t panic in the second half which was pleasing, but the more you do well, the more disappointing it is when you don’t finish with the result”, dice Kidney, mentre per capitan Dusatoir: " “Coming back from 11 points behind is a great achievement but you can’t win when you give away 14 points like that. We knew Ireland would cause us problems around the rucks, and that was our main mistake”.
Autostrada Sei Nazioni spianata per il Galles, che ora giocherà sempre in casa prima la sgambata con l'Italia, poi la sfida finale coi francesi, in cui disporrà di due risultati utili su tre - ammesso e non concesso che la Francia batta l'Inghilterra nel Le Crunch di settimana prossima allo Stade de France. Altrimenti il Galles ne avrà anche tre di risultati utili; ma uno solo varrà il Grand Slam.
Dicono così quelli che sanno, per mantener desta l'audience anche a torneo in via di epilogo; ma c'è anche un motivo storico e filologico: un tempo il torneo era una serie di sfide singole e vincerle tutte era l'unico modo di dirsi primi (ma perderle tutte NON E' l'unico modo per dirsi ultimi, purtroppo per noi).

2 commenti:

Nick ha detto...

Allora aspettiamo Le Crunch di "settimana prossima"... Lombardy takes the lead? ;)

Abr ha detto...

eh va beh, abbiamo i puristi dea lengua, e alloooora ... ;)

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